Dialoganti.

Esercizi di scrittura, prove di dialogo, tanto per fare, per dire, per creare, immaginare, boh?

B. «Ciao. Posso salutarti; oppure no?»

Sottovoce:

I. «Si, ciao anche tu.»

«Hai finito la comunità?»

«Si, sono in una casa alloggio, come fai a sapere che ero in comunità?»

«Lo sentivo, lo avevo intuito, ho chiesto a chi tu immagini e me lo ha confermato. Ti scoccia che sappia che sei stata in comunità?»

«Un po’ si, mi hai preso alla sprovvista.»

«A me piace tu sia stata in comunità, mi piace la comunità, quella nello specifico.»

«Ah, se lo dici tu.»

«E ora come stai? Ti trovi bene in questo appartamento?»

«Mah, è un posto di merda, litigano sempre, anche ora stavano litigando e allora sono uscita.»

«Stai bene, mi sembra. La canna che stai fumando a me non piace ma sei tu, sei così, nessuna novità.»

«Il tuo solito proibizionismo, anche tu sei così, nessuna novità.»

Siamo in piedi uno di fronte all’altra, io un po’ curvo su me stesso, lei dritta e slanciata, asciutta. La canna tra le dita della mano destra fuma speziata. I suoi occhi azzurri brillano nel pre – crepuscolo della fine di un giorno di maggio inoltrato. Sono spaventosi quegli occhi azzurri. le pupille a spillo dicono cose, forse sono pupille metadoniche o forse sono altro, pare assente, la versione pupille metadoniche è probabile. Aria greve, senso di inquietudine, lei silenziosamente altrove, io alzo la schiena e parlo:

«Che stai facendo in questo periodo?»

«Ho un lavoro da assistente per una persona disabile, sto andando a fare la notte.»

«Capirai forse un giorno, può essere tra cinque minuti o tra un anno, spero sia – non mai – che questa libertà è sacra.»

Lei ascolta, guarda e ascolta, non so se capisce, cioè capire capisce ma non credo comprenda, non sta prendendo con se.

«Ci sono libertà a vari livelli, il campionato in cui abbiamo giocato noi è un tipo di illibertà che si chiama dipendenza. Sai qual è il contrario di dipendenza?»

«Indipendenza?»

«Forse, secondo me è libertà.»

Lo sguardo è liquido, avrei voglia di ascoltare quegli occhi ma non basta.

«Ora devo andare, ciao.»

«Ciao, mi ha fatto piacere ri – vederti.»

Si volta e cammina nei suoi jeans scoloriti, se ne va.

Le coincidenze non esistono.

T.

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