Una nota a proposito del post: Guarda la foto e scrivi (seconda parte)

647 parole

Il sottotitolo del post di cui scrivo è: Esercizio di scrittura ma in realtà il vero esercizio di scrittura è: scrivi una storia di sesso. Il docente Jadel Andreetto durante il primo Corso di scrittura che ho frequentato ci disse che tra le tre scene più difficili da scrivere e descrivere c’è il sesso. Le altre due sono (se non sbaglio) far ridere e far paura. Mi ci ero già messo altre volte a scrivere di sesso (qui) e sempre – a mio parere – con pessimi risultati. Anche stavolta non sono soddisfatto tuttavia non mi metto a editare in seguito i post che scrivo nella sezione blog del sito, mi piace scriverli e lanciarli on line. Non sono uno scrittore e nemmeno un perfezionista esibizioso (parola che non esiste ma rende l’idea) , scrivo per gusto, per divertimento e perché mi sana l’anima, specialmente il lancio in rete mi crea una sensazione di libertà, un – fare spazio – che trovo salutare. Detto questo: ho una considerazione da aggiungere che considero importante. E’ stato talmente “faticoso” scrivere la prima parte della seconda parte del racconto dove appunto scrivo il – fare sesso – dei due personaggi che mi ha sfinito. Energie spese, pardon investite bene nello sfinimento; la parte seguente che avevo abbozzato in mente e in un file .docx è venuta scritta completamente diversa e se non fossi stato sfatto probabilmente non sarebbe stata così com’è. A botta fredda rileggendola oggi pomeriggio ho sentito la dolenza di Costanza, la sua maledetta ricerca di una relazione potenzialmente tossica che di fatto le appartiene. Sono andato a rileggermi la scheda del personaggio che feci a suo tempo, prima di scrivere la prima parte del racconto e In effetti lei è così come l’ ho creata, le sfumature dicevano già che avrei scritto di lei così com’è poi successo. Ma il fatto interessante è che la cosa è venuta da sola, dopo la stanchezza del descrivere il fare sesso dei due personaggi, svuotato di energie quindi arreso, Costanza si è rivelata e mi ha detto cosa dovevo scrivere di lei (ovviamente è un personaggio inventato). Sono incuriosito e interessato a dove mi porteranno questa donna e il suo amante, vedrò cosa succede. La dolenza antropospirituale di Costanza mi è uscita dalle dita con potenza e sensibilità. Di nuovo non posso non notare che lo stare arreso è stata una chiave di volta. Costanza pronuncia alcune frasi che rilette ora mi hanno stupefatto:

  • «Non voglio essere una parentesi»
  • «Non voglio essere un episodio. Non voglio essere una delle tue storie.»
  • «Io non sono come le altre. E tu lo sai.»
  • «Mi perdo solo se mi lasci andare»
  • «Non farmi diventare cattiva.»

Lette così in elenco puntato dicono poco ma contestualizzate nella storia spaccano. Lei ha parlato attraverso di me, le sentivo l’anima e appunto il suo disagio antropospirituale, una donna che mendica amore quando apparentemente è il mondo che dovrebbe abbeverarsi di lei; ma lei (ancora) non lo sa, non si conosce a tal punto, è divisa a se stessa e ha bisogno di esperienze, anche esperienze che la faranno stare male per ricongiungersi con lei, per diventare una sola Costanza. E a quel punto, quando succederà non ci sarà niente e nessuno che la potrà fermare.

In conclusione, scrivete gente, fatelo come vi pare, sui tovaglioli del ristorante, sui biglietti da visita, sui quaderni, al telefono o ai device ma scrivete. Non esiste altra forma di comunicazione con la valenza – e la potenza – della scrittura. E poi, sempre come diceva il Prof. Jadel, c’è solo un modo per imparare a scrivere; scrivere, scrivere, scrivere… Leggere anche naturalmente ma scrivere, scrivere, scrivere.

Non sono interessato alla vita eterna, aspetto la morte con curiosità e non so se sia un bene o un male che sia ancora in vita, tuttavia, se ci penso bene bene… scrivere potrebbe avermi salvato la vita (finora).

Tiziano

Ogni commento è gradito. Entra e condividi. Grazie

Il tuo indirizzo e-mail non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *