Pathfinder 2079

Musica vecchia.

Il festival dei luoghi comuni.

Dovresti aver passato gli anelli di Saturno da qualche ora. Le comunicazione sono interrotte, credo siano i metameri e il loro pulviscolo che frenano e drenano il segnale, sappiamo può capitare e infatti così è.

Però ti scrivo lo stesso questo messaggio.

Qui sulla terra le cose non si stanno mettendo bene, lo vagheggiavamo e infatti succede. Abbiamo sempre avuto questa intelligenza chiaroveggente, siamo due immaginari ricordi?

Ci siamo sempre sforzati di essere onesti intellettualmente, lo status symbol ce lo chiedeva e abbiamo felicemente cavalcato la cosa. Così come hai appena cavalcato l’orbita di Saturno, tu, al comando del Pathfinder nucleare di ultima generazione, diretta al cospetto delle lune di Urano, cercando e sperando di trovare la risposta, quella con la R maiuscola. Immaginavamo le cose, i sogni, immaginavamo lo spazio, immaginavamo i tempi, immaginavamo le I. A. immaginavamo come scriverle, come renderle disumane il più possibile perchè di replicare umani non ne potevamo più. Di nascosto ma non a noi, noi di nascosto non avevamo nulla.

E ora sono qui a ticchettare nella tastiera di una console agotransfert per farti arrivare in fretta questa stupide parole. Stupide perchè sulle note di Dave Gahan che canta nelle tue scarpe vorrei esserci io, in quelle scarpe. Musica vecchia ma noi non lo saremo mai. Vecchi. Energie nuove attendono le umanità, speriamo che così come scrivevamo I. A. disumane anche queste nuove energie servano a disumanizzare e riumanizzare quel che resta. Credevamo che la tecnologia e gli infiniti universi digitali ci avrebbero, tutti resi migliori e più liberi. Lo status Symbol se n’è immediatamente appropriato, ha sviluppato terrori, pandemie, controllo delle nascite e mortalità in decine di milioni per controllare quel poco che rimane di questa pianeta malato, ammalato dagli umani, pianeta che non vede l’ora di sbarazzarsi di noi, il virus del pianeta terra, che a ben pensarci dovremmo chiamare pianeta acqua, dopo l’innalzamento degli oceano di decine di metri di terra ne rimane sempre meno.

Tu hai passato Saturno e io vorrei essere nelle tue scarpe. Odorare i tuoi lunghi capelli ricci e mettere la mano, le dita, nel tuo collo sudato, nel sudore provocato dai capelli, in quella nuca profumata dei tuoi feromoni. Mia meravigliosa amante, figlia di una madre suicida, complessata per il tuo seno piccolo e le tue lunghe gambe, i tuoi piedi lunghi e affusolati, nelle tue scarpe quindi. L’azzurro artico dei tuoi occhi e le ciglia lunghe, le leccavo, le rileccherei. Leccatore di ciglia mi chiamavi. La tua fighetta ritratta, interna, glabra, bellissima, il taglio di dio ricordi?

I rimembri del nostro sesso diventano vecchi e così è, naturalmente.

Accetto e disaccetto ma non posso fare tagli con l’accetta, sarebbe più facile e disinvolto fare come mio solito, tagliare, eliminare con l’illusione che tutto scompaia, archetipi antichi di vecchi comportamenti che con te non vanno bene e non voglio siano, non voglio esistano più. Il tempo che ci rimane è variato, per te è un tempo per me è un altro. Stiamo correndo verso due lassi diversi e lo sapevamo sarebbe stato così.

Ora abbiamo cognizione che è probabile vivere le vite di un altro e gli universi paralleli possono essere reali, l ho sempre ipotizzato e dentro me sapevo sarebbe stato vero.

L’agotransfert della console mi chiede di rinnovare l’accesso, ma invece no.

Nelle righe di questa agomail hai capito cosa sto per dirti, non servono ulteriori login. Sai che sto per calarmi e venire da te nel costrutto, nel costrutto che abbiamo creato, scritto, modellato insieme. Il falso costrutto ma vero mentre siamo dentro. Non ci incontreremo mai più forse ma nel costrutto è ancora possibile farlo. Tu la mia bambola, io il tuo cow boy.

Se esploderà sarà lì, e rimarremo fritti e decongestionati per sempre, le nostre anime libere nel cyberspazio, incontreremo Invernomuto, Case, Molly e gli altri.

Mi immergo, sento il ghiaccio, arrivo, sai già tutto.

 

Tiziano Gioiellieri

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